«Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto;
Vangelo secondo Matteo 7:7
Cosa può voler dirci, Colui che si è talmente svuotato di sé stesso da darci, con la morte del suo Figlio Unigenito, tutto quello che poteva darci, cioè la totalità indivisa di Sé stesso?
Cosa ci resta da chiedere, noi che abbiamo ricevuto tutto da lui? Cosa ci resta da cercare che non abbiamo già trovato come un tesoro nascosto in lui? E cosa vogliamo di più rispetto a “poterci perdere” in lui, quando bussiamo alla sua porta?
Ora facciamo un ragionamento a partire da un’altra angolazione. Che senso ha chiedere, cercare e bussare quando sappiamo che la quasi totalità delle cose che gli chiederemo non ci saranno concesse? E perché Lui ci chiede di cercare, di bussare e di chiedere se poi non non otteniamo?
Siamo figli di una civiltà maledettamente egocentrica, immersa nel turbo-consumismo più individualista e selvaggio che il mondo abbia mai visto. Per noi occidentali “chiedere” significa dare voce alla nostra bramosia di possedere sempre di più e nella totale indifferenza di ciò che accade attorno a noi.
Cosa vuol dire essere occidentali? Abbiano una casa piccola con due camere da letto? Ne vogliamo una più grande. Abbiamo un’auto di buona cilindrata? Ne vogliamo una più potente, più veloce, più accessoriata. Siamo nei debiti? Allora spendiamo i nostri soldi sulle scommesse e chiediamo a Dio di farci vincere per ritornare felici.
Certo, ci sono quelle cose che chiediamo perché sono necessari al nostro bene: il lavoro per noi e i nostri figli, la salute, una situazione economica dignitosa. Chiediamo amicizia sincera, relazioni umane fondate sul rispetto, chiediamo onestà in un mondo dove tutto è taroccato e contraffatto.
Ma è anche legittimo chiedersi: è Dio che deve provvedere a queste cose oppure lui ha già provveduto dando all’uomo l’accesso ai beni, l’ingegno e una coscienza per creare un mondo equo e giusto?
Siamo ancora alla domanda iniziale. Perché chiedere? Forse perché Gesù vuole che ci liberiamo di questa civiltà malata ed egoista e chiediamo per coloro che non hanno nulla e che non hanno neanche voce per chiedere.
Forse perché l’oggetto del chiedere a cui si riferisce Gesù non riguarda beni materiali ma la grazia spirituale che ci rende liberi dentro, liberi e felici, poveri o ricchi che siamo, perché la sorgente della nostra felicità non poggia sul possesso dei beni materiali ma su una ricchezza spirituale, di cui questa generazione è gravemente carente.
Forse la chiave di tutto non sta in quelle tre espressioni: “vi sarà dato”, “troverete”, “vi sarà aperto” quanto piuttosto nelle tre che precedono: “chiedete”, “cercate”, “bussate”.
In altre parole, riconoscete lo stato della vostra indigenza interiore, gli enormi vuoti spirituali, il vostro bisogno di umanità e di divinità e lasciate andare il vostro grido al cielo, perché in cielo esiste un Dio che sa accogliere questo grido, prima ancora che voi abbiate compreso di averlo dentro, represso e soffocato da una vita de-umanizzata, senza gioia, senza ardore, senza sapore, senza slancio.
E lì la risposta, nascosta nella domanda stessa. Chiedete, cercate, bussate. Vivere sulla stessa lunghezza d’onda dello Spirito Santo, che vi ispira cosa chiedere, cosa cercare e dove bussare e troverete Dio.
E chi ha Dio ha tutto.
Dopo rimane il passo successivo: amate, date, condividete, aiutate, annunciate.
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