Autorevolezza e Autorità di Gesù e del cristiano. La potenza del Regno di Dio

Commento al vangelo della IV Domenica del Tempo Ordinario Anno B 2024

Ascolta il vangelo in formato audio QUI.

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L’inizio del Regno di Dio avviene quando Gesù comincia a proclamare compiute in lui le antiche profezie e nel servire la liberazione dell’umanità dal dominio del maligno.

Gesù possedeva la forza di una parola nuova. Risvegliava nella gente sentimenti ed emozioni, speranze e attese sopiti una vita. Egli penetrava, scendeva in profondità, riaccendeva la vita, muoveva i mari stagnanti delle coscienze, contrariamente alla predicazione fredda, sterile e continuamente riciclata dei rabbini.

Gesù annuncia che il Regno è vicino, molto vicino, a portata di mano di tutti, non solo di coloro che osservavano la lettera della legge, non solo dei rabbini ma di tutti, a partire dai derelitti. Quanta gente, oggi, è stata convinta o da una cattiva predicazione o dalla cattiva testimonianza di non meritare di varcare la soglia del luogo santo di Dioma piuttosto di doverne stare fuori? E invece Gesù comincia la sua missione proprio da loro.

Un popolo, quindi, ritorna a sperare e questa volta è una persona concreta che incarna questa speranza. Questa è l’autorevolezza di Gesù.

Allo stesso tempo, affinché il Regno di Dio sia vero, deve manifestarsi con autorità, cioè con il potere di compiere con i fatti le parole annunciate.

Il diavolo fiuta ciò che sta succedendo e non riesce più a stare nascosto. Si manifesta con violenza in un giovane innocente e tormentato, e si schianta contro Gesù: “Che vuoi da noi? Sei venuto a rovinarci prima del tempo? E Gesù libera l’indemoniato. Così come libera tutti noi dai nostri demoni interiori.

Muore un regno, quello della paura e del male. Nasce il Regno della giustizia, della pace e della gioia nello Spirito di Dio.

Viene da chiedersi: noi cristiani di oggi, davanti ai segni del nostro tempo, quanta autorevolezza e quanta autorità possediamo? Siamo ancora convinti che la missione di liberare il mondo dal male e diffondere il Regno di Dio sia solo dei preti e delle suore, oppure vogliamo accettare, una buona volta, che nel battesimo, ognuno, secondo i doni e carismi ricevuti dallo Spirito Santo, è responsabile, anche nelle piccole cose (a volte anche in quelle più impegnative)? Gli operatori del male, davanti a noi, avvertono in noi la presenza del Risorto, oppure reagiscono con un ghigno e continuano indisturbati la loro opera? La gente, da noi, si sente attratta da Dio o si sente allontanata? Non ce la prendiamo solo con i preti e le suore, che possono sbagliare come ogni altra persona. Ognuno guardi dentro di sé e risponda a questa domanda.

Siamo capaci di costruire comunità profetiche che, con la loro vita, esprimono la stessa autorevolezza e la stessa autorità di Gesù? O davanti a un mondo che si sta allontanando dalla fede siamo come in ritirata, impauriti perché non sappiamo più come raggiungere i giovani, le famiglie, insomma, l’uomo del nostro tempo e pensiamo di non saper più cosa dire e come dirlo?

Se questo è il caso, cosa ci dice il vangelo di oggi a riguardo?

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