La sera della prima Pasqua, la pace di Gesù e la Pasqua di Tommaso

La pace interiore di chi soffre tribolazioni è la testimonianza più credibile a un mondo che non crede più a nulla, oppure che è disposto a credere a tutto fuorché a Gesù Cristo”.

Commento al Vangelo della II domenica di Pasqua – Anno B

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Siamo alla sera di Pasqua. Gesù è risorto al mattino. Le donne sono già andate al sepolcro, Maria di Magdala è l’unica ad aver incontrato Gesù risorto, lo ha annunciato agli apostoli, ma finora non è cambiato nulla.

Gli apostoli sono chiusi in una stanza. In città c’è la stessa tensione di sempre. Guardie romane che fanno la ronda e perlustrano ogni angolo, i capi giudei che cercano i discepoli di Gesù per arrestarli e farsi restituire il corpo di Gesù, che loro avrebbero trafugato.

All’improvviso appare Gesù, dentro quella stanza. È sera, ma soprattutto sono i discepoli a vivere in una situazione spirituale di tramonto. È sera nei loro cuori perché non conoscono ancora la speranza e sono prigionieri degli eventi e delle loro paure. A spezzare quel buio che avanza è Gesù che li sorprende.

Le sue parole sono le più belle: “pace a voi”. Ed effonde su di loro lo Spirito Santo. Ma quale pace si devono aspettare i discepoli, se nulla, proprio nulla è cambiato attorno a loro e il mondo è sempre quel posto pericoloso che era il giorno prima e quello prima ancora?

Ma Gesù insiste su quelle parole: “pace a voi”. Infatti, la pace che essi cercano è quella del mondo. È la tranquillità e la fine del pericolo per le loro vite. Gesù, con la sua apparizione, non darà loro “questa” pace. Egli, con la sua pace e col dono dello Spirito, offrirà loro un modo nuovo di vivere il presente e le sue tribolazioni e di conoscere la speranza che genera gioia e un nuovo entusiasmo di vivere.    

La pace che Gesù offre non è l’assenza di tribolazione. È di più. La croce resterà sempre un passaggio obbligatorio nel cammino della fede. La pace di Gesù, piuttosto, è il dono interiore di attraversare le grandi tempeste della vita ma con l’intima e serena certezza che Gesù sarà sempre con loro e che non saranno travolti. Tommaso, nel frattempo, che non si dava pace, anzi, la rifiutava perché non voleva credere alla risurrezione di Gesù, troverà finalmente la sua pace, la pace vera e cade ai piedi di Gesù per adorarlo.

Ora, con il dono dello Spirito e della pace che Egli porta, essi sono pronti a uscire dalla loro paura, da quella stanza nascosta e annunciare al mondo che Cristo è risorto.

Con la risurrezione di Cristo forse non è cambiato nulla nella apparenza esteriore del mondo ma è cambiato tutto in un mondo dove la morte non è più l’ultima parola sul destino umano.

Ora bisogna annunciarlo. Ora bisogna attuarlo. E la pace del cuore di chi vive nelle tribolazioni è il segno più credibile che convincerà il mondo.

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