Preghiera di un presbitero a Dio Padre

di don Andrea Cerretelli

Padre.

Quando Ti dico:

“Padre”… non posso farlo se non portandomi a Te con tutti i miei fratelli,

e non posso escludere nessuno: simpatici e antipatici, vicini e lontani e, soprattutto, quelli che sento nel cuore come ferita.

Quando Ti dico: “Padre”… Ti dico: “Io sono Tuo, appartengo a Te” e dico:

“Tu appartieni a me”, e dicendo “Io”, “Tu” io dico: “Tu: Padre”, “Io: Gesù, Tuo figlio” perché in Lui io Ti prego.

E dicendo “appartengo, appartieni” dico, in quel verbo, lo Spirito e la Sua azione.

E Ti dico allora “nostro”, “Padre nostro”, chiedendo che io e questi miei fratelli, che tutti i miei fratelli, ci apparteniamo, possiamo essere radunati in Te, in unità, dallo Spirito.

Perché Tu sei fonte e motivo della nostra unità e il Figlio e lo Spirito dicono, con Te, l’unità che attende di realizzarsi pienamente in noi.

Padre, Tu ci chiami ad essere “lode della tua gloria”, Tu ci hai acquistato a lode della Tua gloria.

Fa’ che, insieme, siamo a lode della Tua gloria, per manifestare il Tuo nome su tutta la terra.

Ti chiediamo ogni giorno il pane che sazia, che è la Parola e il Corpo del Tuo Figloio.

Ti chiediamo di riconciliare “tutti e due”: noi e gli altri, i vicini e i lontani,

con Te in un solo corpo, perché questo è già avvenuto per noi, per mezzo della croce del Tuo Figlio.

Per mezzo di Lui noi, gli uni e gli altri, possiamo presentarci a Te, Padre, in un solo Spirito.

In questo Spirito noi ti preghiamo:

Padre nostro, che sei nei cieli…

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