Mirella Solidoro. Comincia il processo di canonizzazione.

Alle radici della santità

Mirella Solidoro era di Taurisano, nel Salento. Visse un lungo calvario, a causa di un tumore. Si spense ad appena 35 anni. Un’esistenza intessuta di fede e di speranza, nonostante tutto. Domenica una Messa per ricordare la sua nascita avvenuta il 13 luglio 1964. Comincia il processo di canonizzazione.

Mirella Solidoro2

 

Nicola Lavacca – Famiglia Cristiana 11/07/2014

 

La sua giovane esistenza è stata logorata dal martirio. Antonia Mirella Solidoro vissuta soltanto 35 anni, lungo il suo tormentato cammino di sofferenza si è consegnata completamente nelle mani del Signore dando agli altri conforto e coraggio. Nata il 13 luglio del 1964 a Taurisano, cittadina del Salento, è stata un fulgido esempio di santità per quella straordinaria e immensa forza interiore che, pur fra tanti patimenti, era per molti l’ancora di salvezza.

Domenica 13 luglio, in occasione del 50° anniversario della sua nascita, nella chiesa parrocchiale Santi Martiri Giovanni Battista e Maria Goretti verrà celebrata una Messa in suffragio da monsignor Vito Angiuli, vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca che il 4 marzo scorso ha emanato un editto per la causa di canonizzazione che comincerà il primo ottobre prossimo. Mirella Solidoro, che la Chiesa ha già riconosciuto essere  “Serva di Dio”, ha sempre avuto una spiritualità profonda che cominciò a manifestare sin da piccola. A 9 anni i primi segnali della malattia, con continui e forti mal di testa. Cominciò così il suo calvario. Il 28 settembre del ’79 venne sottoposta a un intervento di craniotomia il cui esito rivelò una diagnosi impietosa: aveva un tumore congenito praticamente impossibile da esportare. Era appena quindicenne quando le sue condizioni si aggravarono fino alla perdita della vista. Fu così costretta per vent’anni a stare in un letto, accudita da mamma Maria, dalle sorelle Anna Rita e Maria Lucia, dai fratelli Antonio e Cosimo tuttora viventi.

Il male che l’affliggeva era inesorabile, lacerante. Eppure, viveva la malattia “non come un castigo del Signore, ma come una grazia di Dio”. Meditava su Gesù, componeva preghiere e poesie, riceveva la gente comune e si faceva carico dei loro problemi, delle loro sofferenze infondendo speranza. Mirella, per un paio di anni poco prima della sua morte avvenuta il 4 ottobre del 1999 affermò anche di aver ricevuto alcuni messaggi da parte del Signore e della Madonna. La salma di Mirella Solidoro, traslata dal cimitero l’8 aprile del 2011, si trova in un sarcofago della chiesa parrocchiale Santi Martiri Giovanni Battista e Maria Goretti di Taurisano diventata meta di pellegrinaggio di tanti devoti provenienti da ogni parte d’Italia e persino dalla Spagna, dagli Stati Uniti, dalla Russia. Ogni anno il 5 ottobre viene celebrata una Messa in suffragio.

Don Napoleone De Seclì fu il confessore di Mirella negli ultimi cinque anni della sua vita. “Il 5 agosto del ’95 mi venne affidata la parrocchia anche se la chiesa Santi Martiri Giovanni Battista e Maria Goretti non era stata ancora costruita (i lavori durarono cinque anni e venne consacrata nell’ottobre del 2003, ndr.). Svolgevo la mia attività ecclesiale nella chiesetta della Madonna della Strada. Avevo sentito parlare di una ragazza non vedente che parlava al cuore della gente. Andai a trovarla senza farmi annunciare. Appena entrai nella sua stanza, la salutai e lei pur non conoscendomi rispose: “Ciao don Napoleone”. Rimasi sbalordito. Aveva il sorriso sulle labbra ed emanava tanta serenità. Poi aggiunse: “Pregherò per la gente della sua parrocchia e per far costruire la nuova chiesa. Quando Papa Francesco dice che dobbiamo piegarci sulle fragilità umane mi sembra di risentire e rivedere quello che faceva Mirella. Lei spesso mi confidava di essere orgogliosa di unire le sue sofferenze a quelle di Cristo per la salvezza del mondo. Il giorno del suo funerale avvenne un fenomeno straordinario che mi fu raccontato da alcune persone. Al cimitero, prima della sepoltura, la bara fu scoperchiata per l’ultimo saluto. In quel momento si sprigionò un intenso profumo di rose”.

La sua grande testimonianza di fede, la sua generosità verso gli altri, l’amore per il prossimo nonostante il calvario ha lasciato un segno profondo in quanti l’hanno conosciuta. Il 15 dicembre 2007 la Conferenza episcopale pugliese ha dato parere favorevole per avviare la causa di canonizzazione e beatificazione, mentre il 3 marzo del 2008 è arrivato il nulla osta da parte della Congregazione per le Cause dei Santi. Il 12 marzo 2009 l’allora vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, Vito De Grisantis nominò come postulatore diocesano per la causa in corso padre Cristoforo Aldo De Donno. Mirella Solidoro diventò Serva di Dio. “In questi anni, insieme a don Napoleone, ho raccolto tutti i documenti necessari per il processo di canonizzazione” – spiega padre Cristoforo del Convento San Francesco di Manduria.

“Ho messo insieme gli scritti di Mirella quando dettava alle persone più care i suoi versi, le sue poesie. Ci sono poi le testimonianze di coloro che l’hanno conosciuta ricevendo conforto e anche alcune grazie. Il primo ottobre prossimo, con una solenne cerimonia, si aprirà ufficialmente la causa di canonizzazione in cui saranno ascoltati una settantina di testimoni. Tutti coloro che sono in possesso di documenti riguardo Mirella possono consegnarli sia a me che al vescovo Vito Angiuli. Mirella è stata una ragazza davvero eroica, soprattutto nella sofferenza. Non si risparmiava mai, era instancabile nell’ascoltare gli altri, specialmente quando incontrava i giovani e i bambini. Con la sua dolcezza conquistava tutti”.

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