Le ricchezze della Chiesa. Una riflessione.

Quando si parla della Chiesa e delle ricchezze, in mezzo a alla diffusione di tanta propaganda, c’è un solo argomento che regge davvero alla prova nove. E’ quello di sempre. Il Vangelo. Gesù ha vissuto da povero. Ha fatto dei poveri i prediletti di Dio. Ha affermato che è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno nei cieli. La Chiesa che presenta il volto di Cristo al mondo, attraverso i secoli, non può essere, quindi, una Chiesa che ama le ricchezze, una Chiesa sfarzosa e che si compiace di stare alla tavola dei ricchi.

Dall’altra parte, è altrettanto vero che la povertà non può essere impugnata come un argomento ideologico. Diciamo che la Chiesa è la Chiesa di tutti, specialmente dei poveri. Dicendo così scongiuriamo pericolose fughe ideologiche e fondamentaliste, secondo le quali tutti i cristiani, per essere veri cristiani, dovrebbero camminare con gli stracci addosso. Quando nella Chiesa si impugna la povertà e se ne fa una ideologia, non è più nello spirito evangelico che si affronta la questione della povertà, ma secondo uno spirito di rivendicazioni, contrapposizioni, di divisioni e di risentimenti… In ogni epoca la Chiesa, e cioè i cristiani, è chiamata a interrogarsi cosa significa vivere la sobrietà e l’essenzialità evangelica e cosa può, invece dare scandalo al mondo.

San Francesco, probabilmente, è il santo più citato dell’intera cristianità quando si vuole additare un modello di povertà. Quando si vuole affermare che la Chiesa “deve ritornare allo spirito delle origini” si addita sempre lui come l’esempio. Peccato che nella nostra cristianità occidentale proprio lui è il santo meno imitato. Lo si cita per puntare il dito contro altri, ma pochi si sognano di lasciarsi ispirare, se non dal suo stile di vita povero, almeno dal principio di una vita sobria ed essenziale, priva di tutte le sovrastrutture non necessarie ma senza le quali non riusciamo a vivere. Allora il problema non è più di “quello che comandano”, della gerarchia… ma di una sottile ipocrisia generale, dietro alla quale una intera civiltà è nascosta…

Allo stesso tempo, bisogna riconoscere come altrettanto pretestuosi quegli argomenti costruiti ad arte, che usano luoghi comuni assolutamente privi di valore per montare odio contro la Chiesa. “Perché il Vaticano non vende i suoi beni e non sfama l’Africa”? Probabilmente perché questo sarebbe il miglior  odo per dare il colpo mortale e distruggere l’Africa. Perché dopo aver sfamato l’Africa per qualche giorno (perché di questo si tratterebbe), l’Africa rimarrebbe nella sua vera povertà, ancora più povera, abbandonata a se stessa, perché non è così che si costruiscono le basi di un nuovo modello di civiltà solidale.

Nonostante tutti i luoghi comuni e le campagne mediatiche costruite ad arte, forse la Chiesa rimane l’unica voce al mondo capace di orientare le coscienze ad una svolta che possa davvero cambiare i destini dell’umanità. E la sua vera arma non sono le ricchezze, che durano il tempo di un lampo, ma la Parola di Dio. Poi, ad ognuno la sua scelta: vivere in Cristo, secondo il Vangelo, oppure vivere usando Cristo come maschera ma con il cuore dentro alla cassaforte dei propri tesori. A questo male non c’è nessun rimedio. Solo la coscienza…

(E.C.)

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di Don Salvatore Lazzara – daportasantanna 17 novembre 2012

La società moderna e gli uomini moderni vanno fieri della libertà conquistata. Ed è vero: siamo liberi di lasciarci manipolare psicologicamente da qualunque campagna pubblicitaria palese od occulta. Si perché c’è pure un genere di pubblicità occulta che non vediamo e che pertanto non consideriamo come tale ma che manipola ugualmente le menti portandoci ad assumere determinati modelli di comportamento. L’uomo moderno crede di esser libero. In realtà è schiavo, anche se non lo sa e non se ne accorge. Se 50 anni fa, Pasolini definiva feroce la televisione, oggi tale aggressività è pure dei mezzi di comunicazione. La prigione mediatica contiene tanti innocenti, i quali impostano inconsapevolmente la vita a partire da ciò che ascoltano. Il condizionamento dei “luoghi comuni”, genera una realtà fittizia, da cui è difficile venire fuori.

Cito a proposito la seguente insinuazione: “Se il Papa vendesse il suo anello sfamerebbe il Congo”, mentre nulla è stato detto sulla campagna elettorale americana costata 6 miliardi di dollari. Così come la costruzione della pista per il motor GP a Dubai. Il costo per la realizzazione della struttura si aggira intorno ai 320 milioni di euro. Con le cifre citate, si può sfamare non il Congo, ma l’intero continente africano! Sull’argomento volevo portare alla vostra attenzione una email, con relativa risposta:

Buongiorno padre vorrei capire perché io credo profondamente in Gesù però non condivido molti atteggiamenti della Chiesa e di conseguenza non trovo giustificazioni davanti agli altri quando mi pongono domande per evidenziare come spesso sia la stessa chiesa a sbagliare in primis. Premettendo che so che la chiesa è composta da uomini e in quanto tali e come noi sono soggetti a peccare, non capisco tante cose e in questo modo non si fa altro che allontanare sempre più le persone da Gesù che da esse dovrebbe essere rappresentato. Vengo al dunque, ad esempio di recente sono stata in vacanza e ad una cattedrale famosa dovevi pagare € 4,50 per sederti e sentire la messa, dovevi, se volevi fare l’offerta per accendere una candela, mettere almeno € 70 centesimi. (Ma Gesù quando predicava chiedeva soldi alle persone che volevano ascoltarlo? non credo). Perché la chiesa ostenta tanta ricchezza e oro quando con quella ricchezza che possiede potrebbe aiutare, sfamare tante persone? (Gesù vestiva di stracci e non indossava oro né viveva in una casa lussuosa). Perché quando ci si sposa bisogna pagare chi suona l’organo, pagare il coro, si devono lasciare i fiori in chiesa e non si possono portare via? Se ti vuoi sposare in un’ altra chiesa devi pagare (se Gesù in persona fosse lì presente non penso ci imporrebbe queste cose, ci inviterebbe semmai a fare beneficenza con quei soldi ne si imporrebbe per dei fiori… credo..). Se nelle chiese ci fosse reale esempio di carità, di vita in povertà e di beneficenza la gente stessa si sentirebbe misera di fronte a tanta bontà e farebbe più beneficenza e offerte sapendo che quei soldi possano essere utilizzati per altri scopi, e le prediche dei sacerdoti verrebbero ascoltate e sentite con più convinzione perchè essi ne sono da esempio e non come mere prediche. Se vuoi che il prete durante la messa dica il nome di un tuo parente defunto devi pagare. Buh. Spero lei possa rispondermi e colmare in me questi dubbi per rendere ancora più forte in me la fede ed esserne testimone davanti agli altri e non unirmi a loro in queste considerazioni purtroppo evidenti a cui io non so trovare risposta. (Sottolineo che ci sono delle eccezioni, ad esempio il parroco delle chiesa vicino casa mia ha fatto tante migliorie e lavori alla chiesa con i soldi delle offerte che io sappia mai imposte, non mi sembra conduca una vita lussuoso, o che abbia una grande macchina, e durante l’omelia è un piacere ascoltarlo, sa sempre cosa dire e dice le cose giuste in modo che anche se si dilungasse non ti stancheresti di ascoltarlo. Però anche per lui vale il discorso dei matrimonio o della preghiera in suffragio delle persone defunte).

La ringrazio per la sua disponibilità.

Ho voluto pubblicare questa email anche se è zeppa dei soliti luoghi comuni. Ecco la risposta:

1. Ti faccio alcune domande: ma se ad un matrimonio vuoi l’organo, chi lo paga l’organista?E se accendi una candela in Chiesa, chi la compera quella candela? Per un matrimonio viene chiesta o si lascia un’offerta per la chiesa: ti pare una cosa strana? Non hai chiesto un servizio a diverse persone? Poi: quanto costa un matrimonio per pagare il pranzo agli invitati, per le bomboniere, per mille altre cose superflue solo per allietare la festa? Alla Chiesa, che celebra il matrimonio, talvolta a conti fatti si dà l’un per cento di tutte le spese che fatte e si ha da ridire? Non dico che si debba pagare la benedizione e la grazia santificante che viene data perché sarebbe simonia. Ma quanto viene dato attraverso il sacramento è impagabile. Non ci sono cifre per “pagare” i sacramenti.

2. E poi i fiori per chi si portano? Per onorare il Signore, l’immagine di Maria o per portarseli dietro? Ma sono convinto che se uno se li vuole portare via, il sacerdote non ha nessuna difficoltà, anzi… Puoi chiedere alle donne che si dedicano volentieri alle pulizie delle chiese parrocchiali se non ne farebbero volentieri a meno. Sono loro che ogni giorno cambiano l’acqua ai fiori perché non marciscano in fretta. Inoltre si occupano della pulizia dell’aula liturgica lasciata sporca dagli invitati al matrimonio. Stai sicura: fanno tutto gratis.

3. Ci sono cattedrali enormi con opere d’arte, hanno bisogno di luce, di custodi, di gente che pulisca, che a suo tempo hanno bisogno del rifacimento dei tetti o di altre prestazioni. Tanti visitatori pagano andando in museo. Così non trovo eccessivamente strano che paghino per entrare in una determinata Chiesa dove pure ci sono delle persone che puliscono, che tengono in ordine…Quando c’è la Messa, non si paga, a meno che uno non entri per fare il turista. In ogni caso, ai parrocchiani non si fa mai pagare per entrare in Chiesa…

4. Se la Chiesa vendesse tutte le opere d’arte, che sono segno della fede e della pietà dei nostri padri, una volta sfamata la gente per qualche giorno avresti risolto il problema? Credi proprio che per risolvere i la povertà del mondo sia necessario spogliare le Chiese? Tra l’altro sarebbe giusto vendere le opere d’arte? E la sovrintendenza permetterebbe che venissero asportate dalle chiese? Ma poi: queste opere d’arte non sono state fatte per edificare la fede dei fedeli? Penso che forse neanche un ateo arriverebbe a pensare a tanto…

5. Non si chiede affatto l’elemosina per dire il nome del defunto. Piuttosto si tratta di celebrare la Messa in suo suffragio e in segno di questo si dice il nome. Ma il nome si potrebbe anche non dire perché ciò che conta è il suffragio, il sacrificio di Cristo che viene applicato per la sua anima.

6. Il problema non è la ricchezza della Chiesa, ma la fede che manca. Quando si pensa che si debba pagare per dire il nome del defunto durante la Messa vuol dire che non si sa neanche che cosa sia la Messa? Se uno va in Chiesa solo per sentire il nome del defunto stiamo freschi!

7. Infine hai la testimonianza del tuo parroco. Credi che sia un’eccezione? Vedi, bisognerebbe lasciar perdere tanti luoghi comuni ed essere più realisti. E poi per risolvere la fame nel mondo: non dico di spogliare le case, ma quante spese superflue si fanno settimanalmente da parte dei più e su queste si sta zitti! San Francesco non ha chiesto agli altri di diventare poveri, ma ha voluto lui farsi povero. Questa è la predica più credibile. Gesù non chiedeva soldi, ma accettava quello che gente gli donava. Per questo aveva incaricato Giuda di tenere la cassa. In nessuna pagina evangelica è scritto che Gesù vestiva di stracci. Anzi si dice che la sua tunica era senza cuciture, tutta d’un pezzo. Sua madre non l’ha vestito di stracci, ma ha fatto senza dubbio del suo meglio.

8. San Francesco esigeva che per l’esercizio del culto divino, venisse usato il materiale più prezioso. Penso alla gente che viene in Chiesa tutti i giorni. Nessuno dice: vendiamo questo, vendiamo quell’altro. Anzi vedono le necessità della Chiesa e si impegnano a sostenerla con sacrificio e spirito di comunione. Solo quelli che non danno mai niente e che hanno paura di mettere nelle mani di Dio qualcosa dei loro beni sollevano obiezioni e si fanno paladini della povertà evangelica.

 

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